Help street children in Tanzania

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KISEDET organizza “viaggi di turismo responsabile”, per coniugare il piacere di viaggiare nel rispetto dei luoghi e delle persone, con il visitare i nostri progetti.

Attraverso questo viaggio potrai conoscere le meraviglie della Tanzania (parchi, oceano Indiano e molto altro) e visitare i progetti di KISEDET e di altre associazioni dove sarai accolto durante la tua vacanza. Soggiornando in queste strutture, darai un contributo significativo alla realizzazione dei progetti in corso.

Contattaci per ottenere il tuo viaggio personalizzato a: info@kisedet.org

“Non sono un uccello; e nessuna rete mi irretisce: sono un essere umano libero con una volontà indipendente”.

― Charlotte Brontë, Jane Eyre

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Un altro modo di viaggiare: attraverso le parole

A luglio 2018 abbiamo trascorso circa due settimane in Tanzania, visitando i progetti di Kisedet attraverso un viaggio proposto dall’agenzia Viaggi e Miraggi. Siamo una famiglia con tre figli: Iacopo di nove anni, Marta e Giulia di quindici. Siamo partiti con forte desiderio di conoscenza e anche un po’ di apprensione, soprattutto pensando a possibili difficoltà di tipo sanitario. Però, la  calorosa accoglienza e la costante presenza di Nino, Giovanna e di Julius, Baraka, Daudi ci hanno accompagnato e guidato per tutto il viaggio.

Dopo una breve visita alla città di Dar es Saalam, siamo andati a Dodoma dove opera Kisedet. Abbiamo trascorso alcuni giorni al villaggio di Chigongwe insieme ai bambini accolti dall’associazione. I tramonti, i baobab, i colori e gli enormi spazi del paesaggio africano sono ancora nei nostri occhi, ma certamente l’allegria, l’accoglienza, la vitalità dei bambini, il pallone fatto di stracci, i giochi fatti solo con le mani, hanno lasciato un segno ancora più profondo. Le giornate sono trascorse visitando il villaggio e altri villaggi vicini, le scuole, il lago, il dispensario sanitario, partecipando a lezioni di yoga di Giovanna; le serate le abbiamo passate guardando i tramonti, giocando a pallone e cantando canzoni insieme ai bambini e ragazzi del centro.

A Dodoma, abbiamo visitato il centro diurno e la casa di accoglienza Shukurani.

Accompagnati da Julius (Babakiri) e Baraka, siamo andati poi a Mwanza sul lago Vittoria, dove abbiamo incontrato i bambini, i ragazzi e gli operatori del centro diurno per bambini di strada, gestito dall’associazione Cheka Sana Tanzania. La mattinata è trascorsa partecipando ai giochi e alle attività dei ragazzi; la sera abbiamo avuto l’opportunità di seguire l’operatore di Cheka Sana nel suo giro abituale nel centro della città, durante il quale parla con i ragazzi e bambini, cercando di mantenere con loro un contatto e invitandoli a partecipare alle attività del centro.

Era la prima volta che facevamo un viaggio in Africa; non avremmo voluto incontrare la Tanzania in un altro modo. I paesaggi sono sicuramente mozzafiato, ma abbiamo ancora nel cuore tutte le persone che il lavoro di Nino e Giovanna e la loro vita dedicata all’Africa, ci hanno permesso di incontrare.

Un forte abbraccio a tutti voi

Iacopo, Marta, Giulia, Silvia, Simone

Luglio 2018

Siamo stati in Tanzania quest’estate, era tanto che volevamo fare un viaggio diverso, andare a scoprire un mondo che per noi è così lontano, e quest’anno finalmente ci siamo riusciti.

Con le nostre figlie di 11 e 8 anni ci siamo lanciati in un esperienza nuova, per tutti noi (nessuno era mai stato in Africa prima) che già sulla carta ci affascinava e ci attraeva molto.

Ma arrivati là, le nostre aspettative e forse il nostro immaginario si sono completamente sgretolati di fronte a una realtà così intensa e così diversa da lasciarci senza fiato.

Non parlo solamente della possibilità di entrare in contatto così da vicino e così intensamente con gli africani, e i tanzaniani in particolare, ma anche poter vedere da vicino, come fossimo tanzaniani anche noi luoghi e persone e situazioni che certamente non avremmo MAI potuto avvicinare con un tour operator o andando da soli. Tutto questo grazie a Kisedet, cosa di cui non possiamo che ringraziare ogni singola persona che lì lavora e che ci ha accompagnato, raccontato, spiegato, mostrato, che ci ha permesso di immergerci totalmente in una società e in una cultura che noi percepivamo così lontana, così distante.

Abbiamo soprattutto avuto modo di vedere da vicino una esperienza, quella appunto di Kisedet fatta nascere oltre vent’anni fa da Giovanna e Nino, e solo ‘toccando con mano’ abbiamo potuto capirne la complessità e le difficoltà ad operare e portare avanti una impresa tutto sommato unica.

Giovanna e Nino, che ancora oggi operano sul campo fianco a fianco con i collaboratori locali, che in parte hanno fatto crescere e formato, e che giorno dopo giorno tentano di alleviare le sofferenze di quei bimbi abbandonati alla strada per cercare di dar loro una speranza per un futuro possibile, e che in oltre vent’anni a molti di loro un futuro l’hanno dato. O hanno mostrato loro che una vita diversa è possibile.

L’umanità che ci ha sempre, ogni giorno, circondato è stata grandissima e molto intensa e siamo tornati a casa con le valigie – e forse anche le teste – un po’ più vuote di cose, di oggetti, e un po’ più piene di facce, colori, sapori, parole.

Torneremo senz’altro e cercheremo anche di dare un piccolo aiuto dal nostro comodo divano!

Lavinia & Mauro con Clelia e Frida

P.S. Ora Mauro e’ il vice presidente di Gruppo Tanzania

RITORNO IN TANZANIA, OVVERO IL METODO DELLA FOLLIA

Son tornato in Tanzania 7 anni dopo il mio ultimo (e primo) viaggio laggiù. Allora avevo narrato il mio viaggio con le tinte forti di “Cuore di Tenebra” di Joseph Conrad, delineando i due protagonisti dell’impresa KISEDET – Giovanna e Nino – come due pazzi alla stessa stregua di Kurtz, il protagonista di quel romanzo. Con la differenza che essi avevano portato la luce e non l’orrore nelle savane e nella polverosa vita di Dodoma e dintorni.

Ebbene, questo mia narrazione farà riferimento al mio altro grande capolavoro preferito, cioè “AMLETO” e non perché sia una tragedia, anzi….è una splendida commedia, che spesso si tinge dei colori della tragedia, come le storie del nostro libro “FIORI DI STRADA” ci mostrano ( a proposito, per i ritardatari e i nuovi arrivati ci sono ancora copie disponibili, contattateci ai soliti canali e fatelo subito….). Amleto, come si sa, si finge pazzo per capire cosa succede a corte e qualcuno se ne accorge, tanto da dire: “ se anche questo è pazzo, tuttavia c’è del metodo nella sua follia”.

Una splendida commedia/follia, dove ormai molti sono gli attori in gioco, oltre ai protagonisti….lo staff del KISEDET si è allargato perché KISEDET è diventata più grande, perché nel frattempo ha attivato varie partnership, anche internazionali, e anche perché la crescita ha richiesto un numero maggiore di persone—credetemi, qualificatissime e umanamente all’altezza di un compito così difficile ma al contempo anche appagante, se si raggiungono gli obiettivi, ma anche se qualche volta si fallisce, perché nessuno è perfetto e le storie hanno spesso sviluppi imprevedibili e imprevisti, soprattutto se, come fanno Giovanna, Nino e i loro collaboratori, si rendono i bambini e gli adolescenti protagonisti attivi e consapevoli delle loro azioni—nessuno decide per loro!

Ma si è allargato anche il numero dei bambini e delle famiglie che KISEDET ha aiutato in questi anni (per i numeri e le cifre vi rimando ai nostri canali informativi) e per averne una conferma provate a guardare le foto della festa dei 20 anni di KISEDET (1998-2018): oltre che ad averle scattate io (e questo è già un notevole pregio…ahahaha) guardate le persone e i loro volti, le scene di festa, di felicità nello stare insieme, anziani e giovani, bambini e adulti. Sono stato felicissimo di partecipare e di documentarla! Non potevo esercitare la mia passione per la fotografia in modo migliore, più esaltante e più umanamente coinvolgente.

La follia di Giovanna e Nino non poteva che ambientare questa festa, e il progetto cardine di KISEDET, rivolto al recupero dei bambini di strada di Dodoma, a CHIGONGWE….un piccolo e semi nascosto villaggio nella savana spazzata dal vento e circondato dall’aridità del suolo tanzaniano che però, guarda caso, nei pressi del centro accoglienza si colora di verde ed alberi, piante, frutti vari ed anche animali (è il regno di una bella capretta vinta dai ragazzi l’anno scorso in una competizione di cui non ricordo molto…): un’altra splendida follia, direi.

Alcuni ex-bambini di strada  ora sono genitori, anche se molto giovani. Altri sono anche lavoratori qualificati e competenti (camerieri, cuochi, autisti….). Uno di loro, Japhet, autista da competizione, ha chiamato il suo secondogenito Gioven in mio onore: scusate se è poco!

Insomma,, avevo lasciato un Kisedet adolescente (14 enne), anche se molto robusto e determinato e l’ho ritrovato giovane adulto (20 enne), molto più forte, cresciuto, molto più robusto e ancor più determinato.

Sarete d’accordo che c’è del metodo in questa follia, no?

E siccome se non son pazzi non li vogliamo, spero che qualcuno di voi, leggendo queste poche righe, si senta invogliato ad entrare nella mischia o a spingere con più forza perché, come si dice in kishwahili, “Adòss che ‘l muntù l’è gross”!!!

Asante sana.

Giovanni Iannaccio

Presidente del Gruppo Tanzania Onlus (all’epoca di questa testimonianza era vice-presidente)