Stagione 2024: le testimonianze dei turisti responsabili

ESPERIENZA DI TURISMO CON KISEDET: AL DI LA’ DEL TURISMO DI MASSA

Si può venire in Tanzania e fare 10 giorni di Safari nel nord del paese e 10 giorni di mare a Zanzibar; si torna con un’idea parziale del luogo in cui si è stati e si perde un’occasione di viaggio autentico.
Oppure si può decidere di approfittarne per avvicinarsi alla forma vera del paese.
Questa era l’idea che noi avevamo in mente quando abbiamo contattato Kisedet: organizzare un’esperienza vicina alle persone che vivono qui.
Oltre al supporto rapido e puntuale nel periodo pre-partenza, Kisedet ha costruito un programma basato esattamente sulle nostre esigenze: volevamo conoscere gente del luogo, vivere parti della loro quotidianità e fare trekking ed escursioni a piedi, perché il turismo lento è più rispettoso e in grado di connettere con i luoghi.
E soprattutto volevamo capire da chi conosce il paese e ci vive da quasi 30 anni, che cosa vuol dire stare qui. Dopo l’atterraggio a Dar-Es-Salaam uno dei nostri bagagli principali non è stato recapitato; a
volte può capitare, ma ovviamente la preoccupazione era alta.
Gli operatori di Kisedet ci hanno da subito tranquillizzato e Giovanna si è occupata di contattare l’autorità aeroportuale e recuperare il bagaglio in un paio di giorni.
I primi giorni del viaggio sono stati di ambientamento; abbiamo visitato lo short-term centre e il drop-in centre, situato nei dintorni di Dodoma, oltre che alcune aree della città stessa.
Nota di rilievo, Giovanna e Nino hanno aperto nel tempo una pizzeria di qualità, mangiare una pizza lì la prima sera è stato un caldo benvenuto in un’atmosfera mista Italo-tropicale.
Ci siamo spostati, dopo la prima notte a Dodoma, a Chigonwe dove si trova il long-term centre di Kisedet.
Qui abbiamo vissuto parte della quotidianità dei minori seguiti nel progetto, mangiando, giocando e facendo i compiti con loro.
Tra una sessione di yoga tenuta da Giovanna e una passeggiata distensiva nell’ampio terreno del centro, abbiamo inoltre conosciuto e speso del tempo con i simpatici volontari del servizio civile nazionale che stanno completando il loro percorso con Kisedet.
Passare del tempo con loro e sentire della loro esperienza qui è stato un bel momento di condivisione.
Il tutto nella affascinante cornice del centro, che si trova appunto fuori città, nell’entroterra.
La foresteria Elena Fontana è incantevole, immersa nel verde e nel silenzio, e le camere sono
pulite e accoglienti. Mama Mdogo si è presa cura di noi e ha cucinato piatti di ottima qualità.
Dopo 3 giorni passati in questo ritmo lento ed emozionante, scandito da quotidianità dei minori
seguiti, visite nei dintorni e tempo per riposare, siamo partiti per un road trip carico di attività
eterogenee.
Fulgence e Peter, nostre guide nel tour, hanno sempre messo il nostro benessere al primo posto
e Joeli, l’autista, ha reso gli spostamenti il più comodo possibile.
L’esperienza di home-staying presso una famiglia a Mto Wa Nbu ci ha ulteriormente dato un assaggio della vita tanzaniana e le giornate sono cariche di attività arricchenti ma tarate su ritmi gestibili e rilassanti. Non abbiamo dubbi sull’avere scelto la cosa giusta nell’affidare la nostra vacanza a Kisedet e
raccomanderemo lo stesso a chiunque sapremo che vorrà visitare questo paese straordinario.

Ilaria e Fabio

VIAGGIA CON KISEDET: UN’ESPERIENZA INDIMENTICABILE PER TUTTA LA FAMIGLIA 

Nella valigia per la Tanzania avevamo messo il binocolo. Abbiamo sognato questo viaggio per molto tempo. Finalmente siamo qui. La nostra è una luna di miele partecipata, siamo in quattro: Costanza, Alessio, Annagiulia e Marcello. A Firenze, sei mesi fa, ci chiedevamo: ma come si fa a camminare in mezzo a zebre e giraffe e attraversare il cuore della Tanzania senza imparare nulla dalla sua gente? Il binocolo non basta, serve un microscopio, e questo per noi è stato Kisedet (grazie Matteo Borzoni per la dritta). Abbiamo conosciuto Giovanna e Nino prima per e-mail, poi attraverso la loro consorte italiana Tanzania ONLUS (grazie Veronica per tutto il supporto) e infine di persona all’aeroporto di Dodoma, la capitale. Eppure pochi turisti passano da qui, il centro del paese, oggi in grande fermento e dove Kisedet ha il suo centro di accoglienza temporanea Shukurani. Pochi discorsi formali, nessun autocompiacimento: Anderson, Fulgance, Giovanna, Nino e tutto lo staff di Kisedet ci hanno offerto una finestra e anche una lente di ingrandimento sulle storie della Tanzania e dei suoi bambini. Dopo una giornata piena di mercati e di colori a Dodoma, ci siamo trasferiti alla guesthouse nel villaggio di Chikomgwe, a una mezz’oretta di macchina. Quella collina di terra rossa è uno spettacolo e racconta di progetti in continuo cambiamento. Si sperimentano coltivazioni, vivai di pesci tilapia, pollai, orti, viti; si costruisce un campo da calcio e anche uno multifunzione. Calvin, originario di Arusha, ci accompagna e gli occhi gli brillano quando parla di tutto questo e di come si è fatto ai bambini, bambine, ragazzi e ragazze e tutto sia per loro. Ma Marcello e Annagiulia si stancano di ascoltare. Loro giocano, come tutti I bambini e le bambine del mondo fanno di mestiere. E allora I ragazzi italiani in servizio civile internazionale ci aiutano. Si imparano parole in swahili e finalmente giochiamo con I ragazzi che vivono nella famiglia di Kisedet. La più bella esperienza di tutto il viaggio. Sinceramente, il binocolo di Serengeti dal quale scriviamo adesso paga, ma allo spettacolo di imparare danze, parole, giochi e condividere momenti – per un attimo senza filtri – non ha valore. Marcello ha imparato a giocare a dama con regole tanzane da Ismail, Annagiulia dice che ci sono delle bacche strane che si possono mangiare (grazie Gift, Asnazi, Dori e Mariano). Alessio ha finalmente ripassato il teorema di Pitagora con Michael. Insieme ci siamo arrampicati sul tetto della casa più in alto di Chikongwe e abbiamo visto un tramonto mozzafiato. Peccato solo per il goal segnato all’ultimo momento che ci ha fatto perdere la partita di calcio quattro a tre! La rivincita non mancherà!

Costanza, Alessio, Annagiulia e Marcello

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